1917 – 2017 CENTENARIO DELLE APPARIZIONI A FATIMA – La Parola del Papa

By 12 Agosto 2017 notizie

L’anno 2017 segna il Centenario delle apparizioni mariane di Fati-ma ai 3 pastorelli, Lucia, Giacinta e Francesco. Fatima è un fatto e un messaggio che ha segnato e attraversato la storia civile e religiosa del ventesimo secolo. Riteniamo utile riportare l’omelia tenuta dal Papa il 13 maggio a Fatima e la prima parte della lettera pastorale dei Vescovi portoghesi in occasione del Centenario (la seconda parte la pubblicheremo nel prossimo numero).I due documenti sono un aiuto prezioso per capire ed entrare nel messaggio di Fatima che ci interessa anche oggi.

SANTA MESSA CON IL RITO DELLA CANONIZZAZIONE DEI BEATI FRANCISCO MARTO E JACINTA MARTO
OMELIA DEL SANTO PADRE
Solennità della
Beata Vergine Maria di Fátima
Sagrato del Santuario Sabato, 13 maggio 2017
«Apparve nel cielo […] una donna vestita di sole»: attesta il veggente di Patmos nell’Apocalisse (12,1), os-servando anche che ella era in pro-cinto di dare alla luce un figlio. Poi, nel Vangelo, abbiamo sentito Gesù

dire al discepolo: «Ecco tua madre» (Gv 19,26-27). Abbiamo una Madre! Una “Signora tanto bella”, commen-tavano tra di loro i veggenti di Fa-tima sulla strada di casa, in quel benedetto giorno 13 maggio di cen-to anni fa. E, alla sera, Giacinta non riuscì a trattenersi e svelò il segreto alla mamma: “Oggi ho visto la Ma-donna”. Essi avevano visto la Madre del cielo. Nella scia che seguivano i loro occhi, si sono protesi gli occhi di molti, ma… questi non l’hanno vista. La Vergine Madre non è venuta qui perché noi la vedessimo: per questo avremo tutta l’eternità, beninteso se andremo in Cielo.
Ma Ella, presagendo e avvertendo-ci sul rischio dell’inferno a cui con-duce una vita – spesso proposta e imposta – senza Dio e che profana Dio nelle sue creature, è venuta a ricordarci la Luce di Dio che dimo-ra in noi e ci copre, perché, come abbiamo ascoltato nella prima Let-tura, il «figlio fu rapito verso Dio» (Ap 12,5). E, secondo le parole di Lucia, i tre privilegiati si trovavano dentro la Luce di Dio che irradia-va dalla Madonna. Ella li avvolgeva nel manto di Luce che Dio Le aveva dato. Secondo il credere e il sentire di molti pellegrini, se non proprio di tutti, Fatima è soprattutto que-sto manto di Luce che ci copre, qui come in qualsiasi altro luogo della Terra quando ci rifugiamo sotto la protezione della Vergine Madre per chiederLe, come insegna la Salve
6 Aprile – Giugno 2017
Regina, “mostraci Gesù”.
Carissimi pellegrini, abbiamo una Madre, abbiamo una Madre! Aggrappati a Lei come dei figli, viviamo della speranza che poggia su Gesù, perché, come abbiamo ascoltato nella seconda Lettura, «quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo» (Rm 5,17). Quando Gesù è salito al cielo, ha portato ac-canto al Padre celeste l’umanità – la nostra umanità – che aveva assunto nel grembo della Vergine Madre, e mai più la lascerà. Come un’ancora, fissiamo la nostra speranza in quel-la umanità collocata nel Cielo alla destra del Padre (cfr Ef 2,6). Questa speranza sia la leva della vita di tut-ti noi! Una speranza che ci sostiene sempre, fino all’ultimo respiro.
Forti di questa speranza, ci siamo

radunati qui per ringraziare del-le innumerevoli benedizioni che il Cielo ha concesso lungo questi cen-to anni, passati sotto quel manto di Luce che la Madonna, a partire da questo Portogallo ricco di speran-za, ha esteso sopra i quattro angoli della Terra. Come esempi, abbiamo davanti agli occhi San Francesco Marto e Santa Giacinta, che la Ver-gine Maria ha introdotto nel mare immenso della Luce di Dio portan-doli ad adorarLo. Da ciò veniva loro la forza per superare le contrarietà e le sofferenze. La presenza divi-na divenne costante nella loro vita, come chiaramente si manifesta nell’insistente preghiera per i pec-catori e nel desiderio permanente di restare presso “Gesù Nascosto” nel Tabernacolo.
Nelle sue Memorie (III, n. 6), Suor Lucia dà la parola a Giacinta appena beneficiata da una visione: «Non vedi tante strade, tanti sentieri e campi pieni di persone che piango-no per la fame e non hanno niente da mangiare? E il Santo Padre in una chiesa, davanti al Cuore Immacolato di Maria, in preghiera? E tanta gente in preghiera con lui?». Grazie, fratelli e sorelle, di aver-mi accompagnato! Non potevo non venire qui per venerare la Vergine Madre e affidarLe i suoi figli e figlie. Sotto il suo manto non si perdono; dalle sue braccia verrà la speranza e la pace di cui hanno bisogno e che io supplico per tutti i miei fratelli nel Battesimo e in umanità, in particolare per i malati e i persone con disabilità, i detenuti e i disoccupati, i poveri e gli abbandonati. Carissimi fratelli, preghiamo Dio con la speranza che ci ascoltino gli uomini; e rivolgiamoci agli uomini con la certezza che ci soccorre Dio.
Egli infatti ci ha creati come una speranza per gli altri, una speranza reale e realizzabile secondo lo stato di vita di ciascuno. Nel “chiedere” ed “esigere” da ciascuno di noi l’a-dempimento dei doveri del proprio stato (Lettera di Suor Lucia, 28 feb-braio 1943), il cielo mette in moto qui una vera e propria mobilitazione generale contro questa indifferen-za che ci raggela il cuore e aggra-va la nostra miopia. Non vogliamo essere una speranza abortita! La vita può sopravvivere solo grazie alla generosità di un’altra vita. «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muo-re, produce molto frutto» (Gv 12,24): lo ha detto e lo ha fatto il Signore, che sempre ci precede. Quando passiamo attraverso una croce, Egli
vi è già passato prima. Così non sa-liamo alla croce per trovare Gesù; ma è stato Lui che si è umiliato ed è sceso fino alla croce per trovare noi e, in noi, vincere le tenebre del male e riportarci verso la Luce.
Sotto la protezione di Maria, siamo nel mondo sentinelle del mattino che sanno contemplare il vero volto di Gesù Salvatore, quello che brilla a Pasqua, e riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando è missionaria, accogliente, libera, fedele, povera di mezzi e ric-ca di amore.