Canoscio-Castiglion Fiorentino: un antico, ma vivo legame. 15 agosto 1854, notevole è la folla presente oggi al colle di Canoscio dove una cappellina conserva la venerata immagine della Madonna nel suo transito verso il Signore. Chiamato alle celebrazioni in quell’anno è il rettore del convento di S. Filippo in Città di Castello: Padre Luigi Piccardini. Dopo una infervorata predica, con ispirazione improvvisa, propone alla gente convenuta di elevare lì una basilica ritenendola più consona alla celebrazione dei riti e onorare Maria Santissima. Alla gente venuta dai dintorni si è aggiunto un folto gruppo di pellegrini provenienti dal borgo comunale di Castiglion Fiorentino. Si riconoscono dal loro colorito linguaggio, toscani veraci, mani callose, testimonianza di un duro lavoro, ma aperti di cuore e pieni di devozione per la Madonna di Canoscio. Non conoscono ancora il grande ruolo che avranno da quel giorno che inizia con un semplice gesto di un loro 20 Anno LIV – N. 2 Santuario 21 Aprile-Giugno 2016 Santuario concittadino, né gli abitanti del posto possono immaginare quale stretto legame unirà per sempre questa parte di Toscana con l’alta Umbria. Dopo questo necessario ex-cursus, attingendo dai documenti scritti del tempo, Padre Piccardini ha terminato il suo appello e sa bene che il suo sogno è di difficile realizzazione, ma prende con coraggio l’impegno a presentarsi l’anno successivo con un progetto tangibile per dare vita al suo desiderio. E consapevole che occorrerà denaro, molto denaro, per cui egli stesso si impegna con 100 scudi subito depositati ai piedi dell’altare. È l’inizio, la scintilla: subito un ignoto pellegrino castiglionese lancia un mezzo francescone, (moneta del tempo) e il conseguente rumore suscitò in tanti cuori l’impegno a dar vita ad una vasta raccolta di offerte. Quel cittadino di Castiglione con il suo gesto d’impeto, testimonianza di grande fede, non ha fatto che da amplificatore a tutta la speranza dei suoi concittadini. Ci sono stati momenti di grande espressione di fede verso la Madonna di Canoscio, che hanno visto il popolo castiglionese presentarsi al sacro luogo in processioni e pellegrinaggi. Nei primi tempi “il serpente processionale”, giunto in prossimità della Pieve di Canoscio, veniva accolto da Padre Piccardini, sicuramente commosso per così grande manifestazione di affetto e amore verso Maria Vergine. Si racconta che durante una delle prime omelie tutti hanno potuto notare la grande commozione presente nel cuore del sacerdote che vedeva realizzarsi a poco a poco il desiderio precedentemente manifestato. Padre Piccardini accettò con molta riconoscenza le offerte dei Castiglionesi, ringraziando e promettendo, come ricompensa a tanta generosità, la benedizione del Signore. L’esempio del popolo castiglionese, fece sì che molte altre piccole realtà urbane emulassero tale gesto: infatti, ancora oggi, giungono presso il Santuario numerosi gruppi di pellegrini che uniscono la fervida preghiera alla piacevole visita ad un luogo che, per la sua ubicazione domina tutta la vallata. Logicamente non c’è più ad aspettarli Padre Piccardini, ma sacerdoti cordiali e felici di, non solo accogliere fedeli, ma soprattutto di trasmettere loro il messaggio d’amore e misericordia che emana dall’immagine affrescata dietro l’altare! Alvaro Fiorucci